SAPESSI, SEBASTIANO ....
SAPESSI, SEBASTIANO ....
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A BREVE IN RISTAMPA
Sapessi, Sebastiano… è un libro di storie narrate a mezza voce. Frammenti di vita raccolti dall’autore per suo figlio.
“Sono stato sempre convinto che questa parte della mia storia ti appartenesse. Che fosse il mio dovere farti partecipe. Perché sono schegge di un mondo che so, ne sono certo, contribuirai a far diventare migliore.”
Le storie, diverse ma unite da un filo comune, raccontano di migrazione, di spostamenti, di inquietudini, della necessità dell’andare.
“Da dove nasce questa smania che porta alcuni uomini a voler toccare con mano quel che c’è al di là dell’orizzonte, a costo di scottarsela quella mano, di non essere capaci di tornare indietro, di non vedere l’ora di arrivare in un posto qualsiasi, soltanto per cominciare a pensare al prossimo viaggio?”
Ma sono soprattutto storie che parlano di persone speciali.
Ogni protagonista ha in sé una sua grandezza, qualcosa che lo rende bello, una rettitudine, un senso di lealtà e di correttezza verso se stesso e verso gli altri, un immenso coraggio o semplicemente un modo tutto particolare di essere felice.
E possono essere personaggi conosciuti, come El negro Jefe, capitano della squadra uruguayana che vinse i Mondiali di calcio del 1950 battendo, a forza di carattere, il Brasile al mitico stadio Maracaná in una partita che rimase storica.
Oppure sconosciuti, come il direttore di banca turco in pensione che passa le sue giornate all’Ufficio del Turismo in attesa di persone interessanti da ospitare, in cambio soltanto di voci che gli parlino di un mondo che lui ha imparato a conoscere così, senza mai spostarsi dal suo piccolo paese.
Come lo “Zio Coco”, che un modo tutto suo di affrontare la vita lo ha reso l’uomo più felice del mondo; o come Don Luigi Messina, calzolaio Calabrese, famoso per la sua testardaggine e per aver tentato di convertire alla dieta vegetariana un intero quartiere di Montevideo.
Una narrazione intensa e ironica, che commuove, fa sognare, e che ci riserva, quasi fossero respiri tra un racconto e l’altro, anche pagine di poesie come questa, che chiude il libro.
Sapessi Sebastiano com’è strano
pensare a te stasera
cercarti ai quattro canti
in questo mio pianeta stralunato
guardare questo cielo
il suo violento arcano
ciarlar del più e del meno col tassista
e pregarlo di andare piano piano
a passo d’uomo tra i volti della gente
voglio entrare sulla punta dei piedi in questo quadro
e prendere il mio posto
tra i presenti
(…)
Sapessi Sebastiano com’è strano
stasera qui a Minas
cercarti ai quattro canti
in italiano
trovarti in ogni cosa
in
uruguayo
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