Felisberto Hernández - RACCONTI
Felisberto Hernández - RACCONTI
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Ciascuno dei suoi racconti ha la terribile forza di collocare il lettore nell’Uruguay del suo tempo, e a me basta rileggerli per sentirmi un’altra volta sulle strade di Montevideo, nei bar e negli alberghi e nei paesi della provincia dove tutto succede quasi di malavoglia, proprio come lui avrebbe fatto quei concerti di pianoforti pieni di tarme e di conti non pagati e di vestiti in affitto (…)
Parlo dell’Uruguay e dell’Argentina come di uno stesso paese, perché lo sono, malgrado i nazionalisti, la nostra forza segreta o scatenata, la nostra lenta, pigra maniera di porci davanti al destino planetario, tutta la bellezza e la tristezza di un patio di una casa modesta, o di una partita a carte tra amici, s’affacciano in quella sorta di invincibile disincanto che nasce dai racconti di Felisberto. Testimone suo malgrado, spettatore di nascosto, lui suona i suoi tanghi per donne nostalgiche e banali; come tutti i nostri grandi scrittori, ci denuncia senza enfasi e nel contempo ci porge una chiave per aprire le porte del futuro e uscire all’aria aperta. (Dalla prefazione di Julio Cortázar)
"Quell'acqua scorre come una speranza disinteressta e nessuno può contenerla. Se l'acqua che scorre è poca, qualsiasi pozzo può prepararle un trappola e rinchiuderla: allora lei si intristisce, si riempie di un silenzio rancido, e quel pozzo è come la testa di un pazzo. Io devo avere delle speranze che sono come di passaggio, vertiginose, se è possibile, senza troppa speranza nel fatto che possano compiersi. Quello deve essere, anche, il senso dell'acqua, la sua inclinazione istintiva. Io devo restare con i miei pensieri e i miei ricordi come in un'acqua che scorre in abbondanza..."
Il libro è stato tradotto da M. Fernández
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