VISIONI o dell'anarchico girovagare
VISIONI o dell'anarchico girovagare
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versi di Figliolia sorprendono, soprattutto. Sorprendono per l’accostamento di immagini e parole che sembrano provenire da un mondo altro. Sorprendono perché poi ci si rende conto che questo mondo è profondamente reale e senza che ce ne accorgiamo prende vita intorno e dentro di noi.
E in un soffio ci si ritrova a Shanghai a comprare un paio di occhialini tondi, tondi come una rivoluzione conchiusa, con una custodia pervinca, come il tramonto che da sempre mi ossessiona nei sogni in cui tento a ogni sorger di tenebre.
O si può bere a canna raggi di sole incurvati… perdendo ogni treno alla stazione (pareva impossibile) forse per colpa dell’impassibile capostazione col suo fischietto grondante linfa?
O, ancora, a prendere al volo un bus sgangherato con le porte del rimpianto. Per intraprendere un viaggio comunque unico, poesia dopo poesia, al seguito di un “libertario incallito, prigioniero senza rimedio, cercatore di orizzonti”.
Le albicocche di Chartres
Le albicocche di Chartres
erano vetro arancione
e sui muri sbrecciati del porto
vagabondi s’addormentavano
con il sorriso sulla fronte
e le ciglia bagnate
dall’idea del mare
poi ci destammo
con un ronzio d’acciaio
nell’anima
e il silenzio dei boschi
nelle tasche
ma non so che cosa
avevamo raccolto dai sogni
se non ricordi
delle stelle che fummo
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