UTOPIA DEL SOLITARIO
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A BREVE IN RISTAMPA
Dire Osvaldo Sauma è dire poesia: una vita consegnata ai versi e una ricerca di sé nel rigore armonico della parola che esprime “illusione e delusione”, limiti vitali del sognatore che lecca in silenzio/la crosta delle sue battaglie. Esiliato dal mondo dei sogni, la poesia diviene il mezzo per esprimere proteste e cantare stupori; il tramite per esorcizzare gli sgambetti della vita reale. Sauma è un’icona della poesia costaricense: un bohémien afferrato con coerenza all’apparente incoerenza della poesia; di quell’indisciplina che costringe al confronto col foglio in bianco, specchio delle profondità. (Dalla postfazione di Zingonia Zingone)
Equità
che nessuno se ne vada impune da questa festa
che non scappi nessuno dalla porta di servizio
come se non fosse artefice della propria negligenza
che non dimentichi la quota di orrore che si merita
né dica
non sapevo/io pensavo/ho l’anima nobile
che nessuno fugga
da questa festa di trivelle
con licenza di angelo obeso
che proibiscano la vendita di dispense papali
che nessuno abbandoni la barca
come i topi
né scavi delle gallerie
come le talpe
che non si salvi nessuno se non ci salviamo tutti.
Il libro è stato tradotto da Z. Zingone
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