Descrizione prodotto
Vorrei poter dire, senza scivolare nella banalità, che sono orgoglioso di presentare questo libro di Antonio. Non lo faccio. Non perché non lo sia, ma perché mai come in questo momento quell’orgoglio mi appare meschino, al cospetto del sentimento di gratitudine e di profonda ammirazione che provo nei suoi confronti. Per l’amicizia, della quale un giorno mi ha fatto dono. Per l’universo poetico, che ho potuto condividere in anteprima, e nel quale mi sono addentrato con un senso di imbarazzo e di rispettosa ammirazione, quelle sensazioni che si provano quando capiamo di essere in presenza di qualcosa più grande di noi, e abbiamo paura di non essere all’altezza. Per il suo amore per la vita, che trasuda da ciascuno dei suoi versi. Il suo sguardo attento e lieve. Il tocco uente con cui prende ad accarezzare le parole, quando meno te lo aspetti. Il suo essere poesia, prima ancora che poeta. Quel colpo in piena faccia che ti scuote, quando è vero. L’impatto – alle volte crudele – della bellezza.
“Io non so cosa sia la poesia”, diceva Borges, “ma so riconoscerla quando me la trovo davanti”. Ecco, questo avrei voluto dire io, davanti alla poesia di Antonio. Questo continuo a ripetermi, ora che il suo sentire diventa un volume, ora che questo libro mi respira in mano, ora che posso nalmente dire, con orgoglio – ed emozione, e imbarazzo, e ammirazione… – ecco, questo è Antonio Giuseppe Malafarina. A mio parere, uno dei più grandi cantori di questa benedetta lingua italiana.
Milton Fernández
Antonio Giuseppe Malafarina
Mi piace scrivere. Nel 1989, fresco di tetraplegia per un tuffo in mare nel settembre precedente, la prima cosa che feci con il computer che mi misero a disposizione in Francia fu buttare giù un paio di racconti. Agli inizi degli anni ’90 comprai in Italia un computer che mi permetteva di dettare lettera per lettera e mi tuffai nella scrittura. Ai versi arrivai qualche anno dopo, sempre in cerca di un mio stile personale esauriente, veloce e popolare. Non scrivo poesie, faccio solo versacci. Nato a Milano nel 1970 e specializzato in contabilità, sono giornalista freelance dal 2011 e blogger del Corriere della Sera. Sono presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina sulla disabilità grave e gravissima e sono uno dei massimi esperti di disabilità in Italia. Scrivere è confrontarsi con se stessi ad alta voce. In questo grido io non smetto di cercarmi.
Informazioni aggiuntive
| Autore | Antonio Giuseppe Malafarina |
|---|---|
| Anno | 2016 |
Cecilia Piras – :
Veramente toccanti questi versi,che con la loro schiettezza e umanita’ci mettono in contatto con la parte piu’profondadella vita, con la gioia della vita di tutti i giorni.Pur in uno sfondo di tristezza si coglie la gioia delle piccole cose,di attimi che diventano eterni, di profumi di casa che diventano profumi indimenticabili, che restano impressi nell’anima.Teneri e struggenti, a volte sottilmente ironici, ma di un’ironia affettuosa per quei personaggi che a volte sembrano entrare in punta di piedi nella vita del poeta,per poi scomparire, ma che tracciano un solco nella sua esistenza.Commovente l’amore profondo e viscerale per i suoi familiari,la nostalgia per gli anni spensierati trascorsi nella sua terra d’origine,il trasporto con cui racconta un episodio doloroso che segno’infanzia della madre, come se lui stesso l’avesse vissuta.Un amore profondo e indistruttibile, forte come roccia, che il poeta ci comunica,sia per le persone che gli sono vicine che per la vita.Un amore per la vita che forse dichiara solo sottovoce,a volte con la voce incrinata dal pianto,a volte col suo sorriso pulito e disincantato,talvolta con un tono leggermente ironico ma affettuosamente indulgente,ma che comunque si coglie,viene trasmesso con forza.Una forza che a volte ci strappa una lacrima, a volte un sorriso…