Descrizione prodotto
(…) Utilizzando un linguaggio familiare, con guizzi di ironica affettuosità ma anche con disarmante sincerità, (l’autore) ci mostra una classe insegnante a volte demotivata, stanca, arresa di fronte alla complessità del ruolo docente. (…)
Dall’altro lato della barricata, vicine eppure spesso lontanissime, ci sono le famiglie: distratte, a volte provvisorie, concentrate su una quotidianità frequentemente problematica e senza gli strumenti necessari per attraversare, gestendola al meglio, la fase della vita in cui i figli devono fare i conti con importanti cambiamenti fisici, psicologici, mentali.
Infine ci sono loro, i ragazzi: fragili, spavaldi, emotivi, complessi, a volte trasgressivi, non di rado schiacciati da problemi più grandi di loro. Ma ricchi di un’umanità in divenire, di una sorprendente voglia di mettersi in gioco, mossi dal bisogno inderogabile di essere visti e ascoltati.
È questa la parte più toccante del libro, per il rispetto, l’attenzione, la cura con cui vengono descritti.
Un libro che aiuta a non dimenticare che in-segnare significa imprimere dei segni. Grazie a questi segni che muovono le coscienze, la scuola diventa un laboratorio di democrazia, di inclusione, di tolleranza, di solidarietà.
E così, come dice Freud, “una professione impossibile” diventa una magnifica opportunità.
Dalla postfazione di Maria Teresa Camera
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