Descrizione prodotto
Parigi – Ginevra 1983-1984
“chiamo com-posizioni le poesie che seguono, perché le ho com/poste, vale a dire, ho messo cose mie nei testi che grandi poeti scrissero secoli fa. è chiaro che non ho preteso di migliorarli. fui colpito dalla loro versione dell’esilio, e aggiunsi -o cambiai, camminai, offrii- ciò che io stesso sentivo(…)dialogai con loro– come loro fecero con me dalla polvere delle proprie ossa e dallo splendore delle proprie parole. (…) la realtà ha mille volti e ciascuno ha la sua voce. scienza ma anche pazienza affinché il volto e la sua parola si elevino al di sopra della parola che li lega, verso l’amore che li unisce. il tempo e il suo dolore ardono con pazienza in fondo alla notte dove ogni parola è astro freddo, sole che sta per avvenire.” (da exergo)
In com/posizioni l’autore cerca ispirazione in altri poeti con i quali condivide l’esperienza dell’esilio.
Nonostante i tanti secoli che li separano, Gelman si riconosce nel sentire di questi poeti, dimostrandoci che le sofferenze che accompagnano la lontananza forzata dalle proprie radici sono molto simili lungo tutta la storia dell’umanità, anche se cambiano i tempi e le culture.
Un volume che ci fa vivere il distacco, la lontananza, la separazione sulla nostra pelle ma che nello stesso tempo riesce a farci respirare un intenso amore per la vita che rimane dentro, nonostante tutto.
Juan Gelman, poeta, scrittore, giornalista argentino. Vissuto a lungo in esilio durante gli anni della dittatura militare, viene considerato da molti il più grande poeta vivente di lingua ispanica.
E’ stato insignito di una molteplicità di riconoscimenti tra i quali nel 1997 il Premio Nacional de Poesia in Argentina, nel 2000 il Premio Juan Rulfo, nel 2004 il Premio Iberoamericano de Poesìa Ramon Lòpez Velarde, nel 2005 i premi Pablo Neruda e il Reina Sofìa de Poesia.
Nel 2007 gli è stato conferito il Premio Cervantes, il più prestigioso della letteratura spagnola.
questo aroma di te/ sale?/scende?/
viene da te?/da me?/in che altro
mi dovrei trasformare?/che altro
di me/dovrei essere/
per sapere/vedere/i frammenti
di mondo che in silenzio unisci?/
così bruci distanze?/
mi restituisci al mio animale?/così
mi dai grandezza/o corpo
che invadi con la tua assenza?/
con il tuo sguardo che
non tornerà al tuo occhio/già febbre
senz’altro padrone che il cammino?/
sei qui/è come dire/tutto è qui/
il vuoto e l’unione/e tu/e la
disordinata solitudine/
Traduzione di Laura Branchini
Sul Il Fatto Quotidiano, una bella recensione di Andrea Pomella
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/15/boia-poeta/204615/
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